Il “De ira Dei” venne certamente composto in un periodo compreso entro il primo decennio del IV secolo d.C. In esso Lattanzio (240-320 d.C.
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ca), retore latino allievo di Arnobio, convertitosi al Cristianesimo e divenuto poi intellettuale alla corte di Costantino, sviluppa attraverso un’articolata disputa con le correnti morali e teologiche della filosofia pagana il tema della collera divina, sostenendo, in conformità con la concezione biblica di un dio personale, razionale e sensibile, la necessità di rintracciarvi uno degli attributi essenziali e definitori della perfezione del primo artefice, anziché un indice di deficienza ontologica. Lattanzio vuole dimostrare come la vera natura dell’ira possa essere colta soltanto se, abbandonando le vane speculazioni dei filosofi e affidandosi all’insegnamento scritturale, si cessa di vedervi un sintomo dell’irrazionalità dell’animo umano o un segno della malevolenza divina e si riconosce, in essa, l’azione amorevole di una pedagogia paternalistica sempre orientata a beneficiare il progetto escatologico di redenzione del genere umano. A oltre ottant’anni di distanza dall’ultima traduzione integrale in lingua italiana, l’edizione del testo è curata da Luca Gasparri. L’introduzione offre una guida sintetica ma precisa alla struttura espositiva del trattato. Il commentario rappresenta un valido strumento per penetrare in profondità nel nucleo dottrinario, storico-filosofico e letterario dell’opera. La bibliografia raccoglie tutta la letteratura sul volume apparsa fino all’anno 2008. Gli indici conclusivi, infine, danno conto nel dettaglio della complessa rete di rimandi tematici, argomentativi e testuali sottesi allo scritto lattanziano. Il testo latino riproduce l’edizione critica di Christiane Ingremeau, conservandone integralmente la struttura e la scelta delle lezioni.
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